LA CRISI ENERGETICA CHE AIUTA L’AMBIENTE

Siamo in piena estate e che estate. Il caldo di queste settimane ha messo a dura prova la rete elettrica e la nostra sopportazione. Sembra un controsenso ma, mentre imperversa l’anticiclone africano, si parla con grande insistenza dei problemi che potremmo avere a riscaldarci il prossimo inverno.

Il tema energetico tiene banco non solo nei dibattiti televisivi ma anche nelle conversazioni in famiglia e tra amici. Gli alti costi raggiunti dai combustili e le paventate riduzioni delle materie energetiche dalla Russia stanno preoccupando, chi più chi meno, tutti gli europei. Paradossalmente, questi timori potrebbero farci del bene; grazie a questi timori, la conversione dei nostri sistemi di riscaldamento e produzione dell’energia potrebbe subire una drastica accelerazione portando ad un contenimento importante delle emissioni nocive. Complici anche gli incentivi sull’efficientamento energetico delle nostre case ed aziende, in Italia è in atto la corsa alla trasformazione delle centrali termiche e all’installazione di impianti fotovoltaici.

Ma quanto gas si consuma in Italia ? L’ENEA, basandosi su dati del 2020, stima in circa 60 miliardi di metri cubi annui il fabbisogno di gas naturale.
Poco più di 24,5 miliardi sarebbero utilizzati per la produzione di energia elettrica, 21,7 miliardi per uso domestico e quasi 15,5 miliardi di metri cubi sarebbero utilizzati per il riscaldamento.Chi ha da poco installato una nuova caldaia o chi non ha in programma lavori di ristrutturazione, potrebbe trovare giovamento nei consigli contenuti in uno studio intitolato Azioni per la riduzione del fabbisogno di gas realizzato dall’ENEA stessa.

Tra questi, la riduzione del riscaldamento da 20 a 19 gradi, la riduzione di un’ora nel funzionamento quotidiano, la riduzione della temperatura dell’acqua calda per la doccia di 3 gradi. Ci sono anche altri suggerimenti pratici come la riduzione della potenza del fornello dopo il raggiungimento della temperatura di ebollizione della pasta. A questi si aggiungono quelli classici di non lasciare apparecchiature elettroniche in stand by e ridurre per quanto possibile il numero di lavaggi di lavatrici e lavastoviglie.
Secondo lo studio i risparmi derivanti raggiungerebbero circa 3 miliardi di metri cubi. Per una ulteriore riduzione è necessario intervenire in modo più deciso con l’installazione di generatori termici più efficienti, miglioramento dell’isolamento termico degli ambienti e l’impiego di sistemi di illuminazione più efficienti accompagnati dall’installazione di impianti fotovoltaici.