RISPARMIO ENERGETICO; SENSIBILITA’ ECOLOGICA O CRISI ECONOMICA ?

Negli ultimi anni si è molto parlato di riscaldamento globale e delle scelte necessarie per cercare di invertire la tendenza alla continua crescita delle temperature a livello mondiale. La discussione sembra aver assunto un’importanza ancora più elevata in seguito all’aggressione russa all’Ucraina.

Se fino a febbraio la discussione riguardava quasi esclusivamente la sfera ambientale, l’embargo ai combustibili provenienti dalla Russia ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi di metano, petrolio e più in generale dell’energia spostando il problema sempre di più sul lato economico. Mentre il governo in questi giorni si è dichiarato soddisfatto della situazione delle scorte di gas incamerate per il prossimo inverno, si continua a cercare il modo per accelerare la conquista all’indipendenza dall’energia di Mosca. Ma qual’è la situazione energetica del nostro paese ?

Secondo quanto riportato dall’Ansa, Il metano è la fonte di alimentazione più diffusa in Italia, sia per il riscaldamento (68%) che per la produzione di acqua calda (69,2%). Rispetto al 2013 si registra un leggero calo delle fonti tradizionali e non rinnovabili (metano, gasolio, GPL) a vantaggio di energia elettrica e biomasse. I sistemi a energia elettrica rappresentano l’8,5% per il riscaldamento e il 16% per l’acqua calda. Le biomasse alimentano il 15% dei riscaldamento e il 5,5% dell’acqua calda. Il solare ha un ruolo emergente per l’acqua calda ma ancora residuale (1,4%). E’ quanto emerge dal rapporto Istat sui Consumi energetici delle famiglie nel 2021. E’ facile ipotizzare un possibile cambiamento anche grazie agli incentivi messi in campo dallo stato italiano negli ultimi anni che stanno portando all’efficientamento energetico di aziende e abitazioni.